Rottura per fatica – LO SAPEVATE CHE?
La rottura degli alberi per fatica è un fenomeno che va analizzato con cura, onde prevenire il ripetersi del problema dopo aver sostituito o riparato il motore. Ripercorriamo insieme un tipico caso di motore con accoppiamento tramite puleggia e cinghia.
Di fronte ad una tipica rottura per fatica dell’albero motore, come ad esempio quello sopra illustrato, consigliamo di percorrere i seguenti step:
1. Innanzittutto occorre valutare, anche sommariamente, il numero di ore in cui il motore ha lavorato
se la fabbrica o l’impianto su cui è installato, il motore lavora 8 ore al giorno 5 giorni a settimana, dopo 1 mese conteggiamo 160 ore e dopo 1 anno 1920 ore. E’ un conto sommario perchè non tiene conto delle fermate e delle manutenzioni, ma di solito aiuta al raggiungimento del corretto ordine di grandezza
2. Occorre valutare la velocità media del motore, e se il motore eroga la coppia in un unico senso oppure in modo alternato
Questo certamente è più difficile: se si tratta di un motore che lavora a regime costante, si può stimare leggendo il valore medio da PLC oppure semplicemente da targhetta del motore. se invece il motore lavora a servizio intermittente, occorre valutare l’integrale del ciclo e calcolare la velocità media.
3. Quindi rilevare le caratteristiche del cinematismo e dei componenti
prima cosa FOTO DELLA TARGHETTA del MOTORE, numero di cinghie e dati puleggia (comprensivo di diametro della puleggia e lunghezza assiale, distanza dalla battuta d’albero, n° di cinghie installate e tipo di cinghie).
Grazie a questi 3 semplici passi abbiamo a disposizione parecchi elementi:
– CICLI DI LAVORO, espresso in termini di rotazioni albero motore. Questo numero è pari a Numero di Ore x 60 x Velocità Media
– CARICO RADIALE SU ALBERO. In questo caso ci rifacciamo al manuale dei motori elettrici SICME
Tramite i due dati che abbiamo trovato possiamo fare parecchie considerazioni:
1) valutare se il carico radiale è compreso nel valore limite di carico radiale consigliato dal costruttore per il motore che si è rotto. Tale valore di carico limite, tiene conto del limite di fatica sia per i CUSCINETTI che per l’albero
2) valutare se è possibile ridurre il numero di cinghie, oppure la quota X, dopo aver riparato o sostituito il motore. in questo modo la trasmissione della potenza tra motore e carico comporterà uno stress radiale minore per il motore
3) richiedere una relazione sull’analisi di rottura per fatica. siamo certamente nel campo della fatica se il numero di cicli è superiore a 10 mln. In questo caso si possono fare foto dettagliate dei componenti danneggiati e inviarle a nostro supporto tecnico, il quale potrà richiedere documentazione aggiuntiva per fornire una relazione deterministica sulle cause della rottura. E’ molto importante valutare anche le condizioni della parte spezzata, dell’albero e della zona di accoppiamento con la puleggia poichè potrebbero essere presenti importanti segni sulla causa del problema.
Infatti, come possibile vedere nella foto sotto, la parte dell’albero che si è rotta, nel nostro motore preso ad esempio, ha importanti evidenze che indicano una rottura per MOMENTO TORCENTE:
– la sede della chiavetta ha due unghiate che sono state asportate. si fa presente che la sede della chiavetta lavora in senso tangenziale contribuendo alla trasmissione della coppia motrice, che è un momento torcente per il motore.
– alla base della sede, la lavorazione di fresatura probabilmente aveva un incrudimento o un raccordo (che è pari al raggio del raccordo di fresa) molto piccolo, possibile innesco di rottura
– il piano in cui la rottura si sviluppa è circa a 45° rispetto all’asse longitudinale dell’albero. Tale caratteristica tipica delle rotture a fatica per torsione, è dovuta al fatto che le tensioni si trasmettono a 45° rispetto al piano normale del momento torcente
– la rottura presenta una parte molto liscia e levigata, sintono di una propagazione del danno molto lenta e ciclica, ed una piccola parte invece con rugosità elevatissima, tipica della rottura rapida “a strappo” della parte che ha cercato di non cedere fino all’ultimo
Tutti questi dati, considerando che il motore è stato venduto nel 1995 ed installato nel 1996, ed è stato reso danneggiato nel 2019, con una velocità di lavoro media di 1600 RPM, su una linea che lavora circa 140 ore a settimana, si incrociano bene con un numero di cicli pari a 258 mln.
Quindi la rottura in oggetto:
– non è una rottura per FLESSIONE dovuta a cinghie troppo tese
– non è una rottura per FATICA OLIGOCICLICA
– è una rottura dovuta a fatica per dimensionamento a CICLI INFINITI (compresi tra 100 mln e 1 mld)
Approfondimenti:
SICMEMOTORI Manuale Motori corrente continua
SKF Elementi meccanica delle trasmissioni
Speriamo che questa breve e sommaria analisi possa essere utile. Per approfondimenti contattateci!